Vivere per lavorare o lavorare per vivere.
Licenziarsi a 35 anni e cambiare vita.
“Vivere per lavorare o lavorare per vivere” è il verso di una canzone che per tanto tempo mi è rimbombata nella testa assieme alle domande che ormai facevano parte della mia vita quotidiana “Perché lo fai? Perché non te ne vai?”
E così, a 35 anni suonati mi sono licenziata dall’azienda in cui lavoravo da ben 13 anni, disdettato l’affitto di casa, mollato i vari tira e molla in ambito artistico e… tra qualche giorno lascio il Bel Paese per vivere il QUI e ORA in una nuova nazione.
Per molti è un sogno, per altri è pura follia. Per me è liberazione.
Perché ho scelto di cambiare vita e licenziarmi
Mi sono licenziata a maggio di quest’anno e ricordo ancora il giorno e il mix di emozioni provate pronunciando la fatidica frase “mi dimetto”. Al mio fianco solo un’amica nonché rappresentante sindacale per capire al meglio il da farsi. Dopodiché, un gran senso di libertà nel sapere di star per riprendere in mano la mia vita. Un messaggio ad alcuni colleghi fidati, mani tremanti e un gran sospiro. Ce l’avevo fatta!
Ho trascorso gli ultimi 2 anni col tormento di aver sbagliato tutto nella mia vita pur avendo tutto quello che magari la maggior parte della gente desidera: un contratto a tempo indeterminato, un’azienda che non ti faceva mancare nulla (una seconda mamma dicevo), una bella macchina, una casa in affitto con un grande terrazzo, una laurea, tanti corsi professionalizzanti, diversi desideri realizzati… ma poca possibilità di potermi dedicare totalmente alla mia amata Arte.
Mi sentivo come un automa che andava avanti per inerzia senza neanche guardare ai lati. Pian piano stavo distruggendo quella che sono perché sentivo il dovere di dare ascolto alla “normalità”. Ma poi cosa è la normalità? Perché dovevo farlo? Perché non posso vivere solo di Arte e Spiritualità?
E, credetemi, le relazioni interpersonali ne risentivano e non poco… (e col senno di poi capisci anche chi tiene davvero a te).
–>Ma a voi qualcuno ha mai chiesto “Sei felice?” Sembra una domanda banale eppure, fidatevi, non lo è!<–
La trappola della negatività
L’ultimo anno è stato determinante. Ed è qui che ho perso anche la persona che amo e che per un certo senso mi ha aperto le porte del cambiamento. La trappola della negatività mi ha portata a vedere spesso le cose con la vista annebbiata e a chiudermi sempre più nel mio mondo. E le incomprensioni hanno fatto il resto. Ma si sa, oltre ai sentimenti ci vuole altro (anche se su questo avrei da scrivere tanto).
Un giorno mi sono vista davvero allo specchio
E arriva il giorno in cui, improvvisamente, qualcosa si rompe.
Una vita come tante, che ad un certo punto ha subito uno strappo. Mi sono, finalmente, vista davvero allo specchio. Invecchiata di 10 anni. Improvvisamente vuota. Vuoto durato per settimane. Vuoto che però mi avvicinava sempre più a guardarmi dentro, a farmi domande su domande e a concedermi più tempo. Tempo che ho dedicato alla spiritualità, la mia.
Il II° livello Reiki e il cammino verso la consapevolezza
Il Reiki mi ha completamente fatto rimettere in gioco e capire quanto sia importante il QUI e ORA. Lo sento sempre più vicino al mio modo di essere e di fare e, credetemi, l’Universo ascolta. A febbraio ho preso il II° livello e ogni giorno comprendo sempre più quanto un cammino verso la consapevolezza comporti un grande lavoro su sé stessi per poter poi essere anche d’aiuto agli altri. E sono fiera di quanta stima e determinazione abbia riacquistato anche grazie a questo percorso (se volete maggiori info sui corsi condotti dalla mia Master, scrivetemi pure nei commenti).
La voglia di rimettermi in gioco e cambiare vita

E così, eccomi qui a pochi giorni dalla partenza per Bristol con una gran voglia di rimettermi in gioco, cambiare vita e dedicarmi totalmente alla mia Arte e al Reiki. Non so cosa mi aspetta e non voglio neanche crearmi aspettative ma di certo so cosa non voglio. Non voglio più sentirmi sprecata, castrare la mia personalità dinamica e creativa e limitare la mia esigenza di viaggiare a ferie prestabilite.
Di questo periodo della mia vita ne farò oro per tutto quello a venire. Perché in questi alti e bassi mi ha dato anche la forza di continuare a credere in me, in quella che sono realmente e che voglio con tutta me stessa. E di certo, ho anche avuto modo di continuare a studiare <– È migliorando sé stessi che si può contribuire a migliorare il mondo!
Ora sono una persona serena, con pochi ma buonissimi amici vicini, padrona del mio tempo e con un unico obbligo: verso me stessa, perseguendo la mia felicità!
Seguitemi e ne scoprirete delle belle. Mi trovate anche sui vari canali social.
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Profilo LinkedIn Francesca Ciska Citarella
Seguiamo ciò che ci fa battere forte il cuore!!! E facciamocela sta domanda:
“Vivere per lavorare o lavorare per vivere?”
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